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Pubblicato il 4 Novembre 2014 | di Redazione

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La guida neo-pagana della “società aperta” globale

Di fronte alla Crisi della Fede e al sonno strisciante della Ragione universale il cuore dell’uomo contemporaneo è in difficoltà oggettive, reali e concrete sia nelle relazioni vitali che nelle comunicazioni spirituali di orientamento e di ricostruzione della “società aperta” ormai ridotta ad un flusso impazzito.

Essa ricerca invano una nuova carta di navigazione e di saggezza politica più adeguata ai bisogni del difficile e grave momento storico globale che stiamo attraversando. Gli uomini, soddisfatti del ricco Occidente, ora sordi e insensibili nei confronti della povertà e della miseria crescente nel Sud del mondo globale, guidano un processo terribile di guerra permanente.
Ormai essa non è sotterranea ma emersa un po’ dovunque, a causa di una diffusa cultura neopagana, che mira alla potenza complessiva nell’essere e nel divenire della ricchezza e del dominio crescente e pervasivo delle idee e delle ricerche sul piano materiale e tecnico-scientifico.

  1. È andato pertanto omologandosi, a larga scala, il pensiero della globalizzazione articolata su livelli di tipo minimo e selettivo nella direzione di una nuova stratificazione sociale e continentale di disuguaglianza macroscopica di sistema di vita e di potenza. Le nuove
    possibilità mondiali di apertura di nuovo ruolo geo-politico hanno favorito un processo culturale, politico e militare mobile ed efficace di nuovo assetto, ad intra e ad extra, nel mondo e nei cinque continenti. Era questo il sogno della nuova classe dirigente dei Paesi emergenti,
    quello di porsi a cavallo per predisporre aggregazioni politico-militari più potenti e decisive sia al centro che in periferia. Siamo quasi arrivati allo snodo di questa pericolosa salita progettuale della cultura tecnica e scientifica di potenza che ha incominciato a rivelare la logica disumana e perversa della ferocia neo-terroristica verso gli inermi e i credenti delle fedi monoteistiche a partire dai martiri cristiani e dei territori più esposti e deboli. E’iniziata una sorda e cieca ripresa del terrorismo su scala interna e internazionale. Quella che prima sembrava una nuova lunga guerra fredda si sta rivelando una lucida e feroce politica di destabilizzazione degli equilibri precari sanciti alla fine della seconda guerra mondiale. Le antiche e sagge personalità, che avevano guidato l’albero istituzionale della vita mondiale nell’immediato dopoguerra, hanno lasciato il posto della cultura e della politica globale alla forsennata iperattività esplosiva di bande terroristiche e fondamentaliste che tendono a disgregare e indebolire progressivamente il sistema complessivo planetario sia di difesa che di reazione offensiva e bellicista. E’ l’avanzata della logica terribile di morte che guida con idee, mezzi e progetti le spedizioni dello sciame impazzito della follia terroristica. E’ la mortificazione della civiltà umana e cristiana, dei suoi valori e delle sue conquiste spirituali e fraterne sia in Occidente che in Oriente. La fede si sta trasformando in bandiera politico-religiosa; le preghiere sono state progressivamente sostituite dai piani e dalle scorrerie militari. Gli atei sono ritornati per urlare, intimidire e per disarmare gli spiriti. Sono diventati più deboli e più flebili le voci umane e le profezie di speranza. Si sono trasformati in armi i progetti alternativi di fratellanza e di solidarieta’, di libertà e di economia sociale che sarebbero necessari ed efficaci sul piano spirituale e politicodiplomatico sulla via della evangelizzazione e della umanizzazione per guidare e incarnare lo spirito della Pace sulle grandi nazioni e sulle loro articolazioni di frontiera e di periferia nelle loro aggregazioni politiche e massmediatiche.
  2.  Come ha scritto autorevolmente Zigmunt Bauman, il grande sociologo della modernità liquida e del capitalismo parassitario, è la Paura a guidare il nostro critico tempo drammatico ed ostile “con l’insicurezza del presente e l’incertezza del Futuro”. La paura della paura in atto demotiva negativamente la generosità altruistica e la logica del dono e del perdono perché socializza e amplifica un senso di impotenza in quelle società democratiche e liberali, che avrebbero dovuto formare una rete spirituale e morale più alta e superiore rispetto alla violenza armata dei nuovi barbari che si sono distribuiti nella “ società aperta” e l’hanno disseminata di scuole di ateismo militante e di strategia e tecnica ispirata alla filosofia e alla di sociologia del nuovo terrore su e giù per il mondo. Questo arcipelago di isole, pronte ad esplodere, formano la folla solitaria nella quale si reclutano sistematicamente quei giovani disperati e disoccupati, che vivono nei luoghi fisici e critici delle periferie mobili e spente sul piano spirituale,morale e culturale.
  3. Proprio in questi luoghi e a livello globale con la forza dello Spirito del Vicario, Papa Francesco ha avviato una mobilitazione di servizio e di differenziazione della qualità del Dio Vicino e interiore che si manifesta nella società neopagana con pensieri di pace e non di afflizione ed è ancora l’Amore di Cristo incarnato come forza di resurrezione e chiave della Porta della vera Fede del Dio dei poveri. Provvidenzialmente non mancano del tutto uomini “liberi e forti” che non hanno abbandonato i valori della pace, della giustizia sociale e della fraternità universale nella loro cultura educativa e razionale, nelle stesse scettiche società del denaro e della comoda esistenza pagana, laddove la vita è una guerra quotidiana, mercificata, alienata e sfruttata, fatta di slogan di strategie nichiliste. La Fede è minacciata nella sua autenticità e nella sua militanza civile e religiosa. Ormai basta poco per passare la parola alle armi in un eccidio, mietendo stragi di vittime innocenti molto spesso di cristiani, di curdi, di religiosi di ogni credo. Sono i nuovi e antichi terroristi fondamentalisti che hanno il furore e l’ira nel cervello e alimentano pensieri poveri di spirito di fraternità e nel cuore un odio terribile per il diverso e lo straniero al quale non riconoscono la dignità di essere umano ma la veste di nemico.
  4. In verità non esistono solo le tenebre. La luce spirituale della fede in Cristo registra ovunque semi nuovi ed eventi di forte e coraggiosa ripresa della testimonianza religiosa. Il sangue dei martiri come nelle proto cristianità genera nuovi fedeli. I monoteismi delle grandi religioni del libro (ebraismo, cristiansimo, islām) cercano vie di pace e di dialogo per il futuro della civiltà umana negli uomini di buona volontà e annunciano un Dio Grande e Misericordioso, cuore del presente e del futuro. C’è anche il fenomeno del cristianesimo implicito che secondo K. Rahner tende a trasformare le menti e i cuori dei pagani verso una convergenza spirituale e morale. Questo era stato profeticamente annunciato e testimoniato nel martirologio del ‘900 quando dalla lotta eroica e coraggiosa dei cristiani, dei cattolici, dei luterani e degli ortodossi e di quegli educatori e filosofi come Hanna Arendt ne La banalità del male e ne L’immagine dell’inferno (1946) dove si descriveva l’inferno nel mondo con l’immagine e la rappresentazione dallo sterminio degli ebrei come risultato della politica di selezione delle razze.
  5. Secondo Hanna Arendt e Hans Jonas nella storia dell’umanità non c’è mai stato un crimine tale come il genocidio di 6 milioni di ebrei nella Germania nazista di quel periodo. Questo sterminio contro l’alterità ebraica fu contestato moralmente e rifiutato coraggiosamente dalle minoranze religiose cristiane e dalle politiche degli intellettuali e dei giovani studiosi della Rosa Bianca contro il nazismo, come Dietrich Bonhoeffer, il martire francescano Massimiliano Kolbe e da tutti coloro che nella ricostruzione, dopo la seconda guerra mondiale, con il pensiero e le opere di sviluppo pacifico, i popoli prima nemici, dalla Germania, alla Francia, all’Italia … costruirono una comunità di ideali e di economia solidale di mutuo aiuto e di sviluppo nell’Europa post bellica. Non si potrà mai dimenticare l’inizio del dramma della Shoah. “Gli ebrei nei campi di sterminio morirono come bestiame, come cose che non avevano né corpo né anima e nemmeno un volto su cui la morte avrebbe potuto apporre il suo sigillo. E in questa uguaglianza mostruosa, senza fraternità né umanità – un’uguaglianza che i cani e i gatti avrebbero potuto condividere – che si scorge, come riflessa in uno specchio, l’immagine dell’Inferno” (H.Arendt,1946).
  6. A tanto è arrivata la crudeltà disumana dell’odio politico e razziale con l’arroganza moralmente cattiva di una forza di distruzione, enfatizzata dalla potenza omicida di una modernità tecnica, scientifica e burocratica e di un arcaismo politico e mentale, proprio di una cultura di morte. Si è arrivati in quei campi di sterminio a enormità inaccettabili sul piano umano e religioso. La ferocia di un assurdo e crudele neopaganesimo è giustificato dalla divinizzazione dei fattori di disumanità su quelli di uguaglianza. Son passati tanti anni ma nessuno potrà mai dimenticare i martiri della storia del Novecento e in particolare la disumanità estrema della Storia della Shoah. Purtroppo la nuova situazione di oggi si annuncia con venti di guerra e di sterminio da parte di seminatori di odio e di violenza terroristica come nello storico 11 settembre del 2001 a New York … Ora è rinata con la forza e la potenza di uno STATO Fondamentalista nel Medio Oriente il CALIFFATO che ha innalzato la bandiera nera della vendetta e della distruzione. Il Califfo si è vestito di nero e di violenza cinica e arrogante mietendo con il terrorismo a macchia d’olio vittime innocenti e socializzando il progetto teocratico e fondamentalista.. Così siamo arrivati con la cultura neo-pagana moderna a negare il valore dell’uomo e la dignità della persona e nello stesso tempo la relazione ontologica e storica, del Dio che ama e perdona i cuori contriti.
  7. Dopo la Resurrezione di Gesù Cristo siamo ritornati con la mente e l’abiezione al Golgota di Oggi, ognuno con la sua Croce, ci siamo tutti fermati perché come è stato scritto da Bertold Brecht: “Ci siamo seduti dalla parte del torto perché tutti gli altri posti erano stati occupati”.
    Questa involuzione spirituale, culturale e politica era stata intuita ed espressa con lucidità e afflato morale dal grande Papa Joseph Ratzinger prima delle sue dimissioni dal pontificato, sia nel suo dialogo con i musulmani per disvelare con il piano di salvezza spirituale la via del rinnovamento religioso delle tre religioni abramitiche. Il suo dialogo sul piano filosofico poi con il pensiero lucido e lungimirante del filosofo liberale tedesco Jurghen Habermas ha teorizzato come corollario e requisito dell’etica del discorso e della comunicazione, la necessità di uno spirito di tolleranza e di convivenza tra la filosofia della libertà e la fecondità civile, sociale e spirituale dei contributi della religione cristiana e delle altre fedi religiose per edificare e/o rinnovare la civiltà liberale dal vecchio spirito originario dell’Occidente per evitare l’irrazionalità e la disperazione del totalitarismo.
  8. Era ritornato di moda e si siede ora sulla sedia di comando della società globale “aperta” il pensiero politico e antropologico di Carl Schmitt, teorico tedesco e fondatore della scienza politica della modernità, con le categorie del politico “amico-nemico” che sono secondo lui il criterio oggettivo di distinzione della politica come scienza. Per Schmitt di fronte a ogni conflitto gli uomini storicamente si sono raggruppati e divisi in amici e nemici sia per motivi di sopravvivenza che di difesa nei confronti dei popoli invasori, come i novelli barbari di cultura neo-pagana. La sua convinzione culturale e politica si sintetizza nella tesi secondo cui la guerra non può essere eliminata ma può essere solo regolamentata al fine di evitare maggiori crudeltà e fermare la spirale perversa delle stragi degli inermi. Gli uomini di fede e i filosofi a tal fine devono collaborare per riaffermare e consolidare il valore della Pace e difendere l’umanità dell’umano e la civiltà Occidentale dei valori personali di libertà, uguaglianza e fraternità dalle aberranti teorie antropologiche, etiche e politiche del neopaganesimo impegnato ad assolutizzare le differenze e a trascurare le convergenze. Bisogna iniziare in questi tempi difficili un confronto dolce e sereno con una ricerca tesa a superare la implicita affermazione del primato della verità di fede se è accompagnata dalla integrazione spirituale della verità razionale.
  9. La risoluzione della guerra può avvenire in modo radicale se si parte dalla verità di fede che nel cristianesimo è rappresentato dalla persona di Gesù Cristo, Amore incarnato e Dio misericordioso e provvidente. La verità in questo caso si esplicita come relazione che in Lui ha fondamento e prospettiva salvifica. Mentre è nella pace la sua piena manifestazione e la via dell’attuazione. La dicotomia politica si supera con il paradigma dell’amore e la via di salvezza si esprime totalmente con il disarmo progressivo e controllato degli spiriti e non solo delle armi. Il piano di salvezza è dunque la fuoruscita storica dell’umanità verso la pace e la fraternità e si costruisce edificando una muraglia spirituale e un cordone morale di contenimento del male per impedirne l’avanzata. Si tratta di definire gradualmente sul piano storico la via diplomatica e su quello metastorico la via spirituale e metastorica che in Gesù Cristo si è manifestata come redenzione universale del Vangelo della Beatitudine e della vera comunità umana. Solo così i cristiani saranno accolti nelle situazioni difficili per realizzare le mediazioni costruttive. La base fondamentale è ancora una volta la ricerca dell’uomo da parte di Dio, invocata e pregata e la ricerca di Dio da parte dell’uomo nelle opere di misericordia corporali e spirituali. Il trionfo della pace e della fraternità saranno quindi l’esito spirituale, sacramentale e politico della misericordia e del perdono di un dono decisivo come la resurrezione della vita interpersonale attraverso legami più autentici. Nel suo cuore di misericordia e di perdono si incontrano con Gesù Cristo tutti gli uomini da Lui salvati ed anche i neo-pagani vicini e in ascolto che l’hanno invocato e ricercato. Nella resurrezione di Cristo si trova la via, la verità e la vita della Fede e della salvezza definitiva.
  10. Ci vuole una cultura più ricca e superiore per toccare la trascendenza e per venire ad una comunione teandrica con Gesù Cristo. Papa Francesco, dopo le esemplari opere di pace e di spiritualità universale e interreligiosa dei Papi del Novecento e del primo secolo del nuovo Millennio ha continuato a svolgere il servizio apostolico di Fede, di Pace e di Armonia Universale della Santa Sede così come era stato svolto da parte dei suoi predecessori (Papa san Giovanni XXIII, Paolo VI, Papa Karol San Giovanni Paolo II, un autentico cuore di pacifista del perdono e della rinascita e di Papa Ratzinger Benedetto XVI). Papa Francesco nella sua pastorale ha rimesso infatti sul trono della guida spirituale e morale della “società aperta e globale” (di cui Jurghen Habermas!) la fraternità al posto della potenza, l’autenticità umana di servizio prima dei calcoli e dei tornaconti. La strategia del cuore, il disarmo degli animi, la via della misericordia e del perdono fanno incontrare la Chiesa cattolica con tutti gli uomini poveri e soli. In modo deciso, dolce e spirituale continua la testimonianza di fede religiosa, coerente e costruttiva della Chiesa e del Papato sia al centro che nelle periferie esistenziali e territoriali rinnovando l’evangelizzazione con la Pastorale del figliol prodigo che vive il dramma di quei luoghi fisici e morali dove si consuma la miseria materiale e spirituale del Mondo globale.
  11. La Chiesa Cattolica con il papa e i Vescovi, unitamente con il popolo cristiano, si è messa in dialogo sinodale a mettere in discussione la pastorale consolidata e a ricercare e trovare una nuova azione a vasto raggio di misericordia e di perdono illuminata dai segni dei tempi. La riforma e il cammino di salvezza della CHIESA tocca il livello globale e locale della cultura, delle istituzioni e del rilancio della educazione e della famiglia fondata sul matrimonio e sul sacramento della indissolubilità senza dimenticare i problemi e le difficoltà di quanti hanno incontrato situazioni matrimoniali e genitoriali irregolari. Papa Francesco ha creato un vento di rinnovamento e di mobilitazione della gerarchia ecclesiastica e dei fedeli per dialogare con tutti gli uomini, poveri o ricchi, potenti o peccatori in nome del valore dell’uomo creato da Dio e redento da Cristo. Anche i musulmani e gli ebrei con i cristiani hanno avviato da tempo una grande alleanza religiosa per la rinascita spirituale e morale dell’umanità.
  12. Siamo a quella che L. Massignon ha indicato come condizione di base, credibile e coerente per la convivenza religiosa e morale della “società aperta” e globale da parte delle tre religioni monoteiste per piantare con buona seminagione la Civiltà della pace e dell’amore nella quale Israele è la religione della Speranza, il Cristianesimo quella dell’Amore universale, l’Islam la religione della Misericordia e della Fede. “La via della riuscita passa per l’incontro, il dialogo e la perseveranza spirituale della loro verità che è la comune porta della Fede universale e della Parola di Dio come nutrimento dell’anima e luogo fecondo dell’“Abbraccio della Speranza” che da analisi diventa parabola e da questa una virtù contro ogni finitudine e riduzione dell’uomo che solo nella preghiera e nella comunione eucaristica perviene alla trascendenza e alla luce di Cristo Risorto” (+Mario Russotto, vescovo di Caltanissetta, Lettera Pastorale 2013-2014).
    Valga come sintesi della mente, del cuore e dello spirito la seguente poesia di Frate Davide Maria Turoldo – che fu un coraggioso testimone di Cristo al tempo della Resistenza contro il nazifascismo. E non chiedere nulla !
    Il tempo è malato /i fanciulli non giocano più/ le ragazze non hanno più occhi che splendono a sera /
    E anche gli amori/ non si cantano più /le speranze non hanno più voce /i morti doppiamente morti /
    al freddo di queste liturgie:/ ognuno torna alla sua casa sempre più solo. /Tempo è di tornare poveri/
    per ritrovare il sapore del pane/per reggere alla Luce del Sole/per varcare sereni la notte/ e cantare
    la sete della cerva …/Il Tempo è malato/e la gente, l’umile gente/abbia ancora chi l’ascolta/ e
    trovino udienza le preghiere/E non chiedere nulla!


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"Insieme" esce col n° 0 l'8 dicembre del 1984. Da allora la redazione è stata la "casa di formazione" per tanti giovani che hanno collaborato con passione ed impegno.



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