Società

Pubblicato il 29 Dicembre 2016 | di Redazione

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Riportare il bene comune tra la gente

di Renato Meli

«In mezzo alla gente»: è stato il tema del sesto festival della Dottrina Sociale della Chiesa, che si è svolto a Verona. Ho rappresentato la Diocesi di Ragusa e provo a raccontarvi i tratti salienti di questa manifestazione che sempre di più sta affermandosi nel panorama nazionale.

Il Festival è il primo degli eventi che porterà alla Settimana sociale dei cattolici che si terrà a Cagliari ad ottobre del 2017 (in mezzo i due convegni nazionali di Napoli e Firenze a febbraio 2017) e che avrà come tema “Il lavoro che vogliamo. Libero, creativo, partecipativo e solidale”.

Un festival “in mezzo alla gente” a cominciare dai siti: molte delle attività programmate infatti si sono tenute nei luoghi dove normalmente le persone vivono, lavorano o si ritrovano, dalla fabbrica (l’azienda “Pedrollo” a San Bonifacio) alle aziende ospedaliere, all’aula magna del policlinico di Borgo Roma fino al “Teatro Nuovo” di Verona.

Come ogni anno il festival, di cui monsignor Adriano Vincenzi ne è l’anima e il coordinatore, è stato aperto dal significativo videomessaggio del Papa.

Un  festival ricco di eventi, workshop, confronti, dibattiti e presentazione di libri, tutti incentrati su etica, impresa, lavoro, economia, giovani, politica, giustizia, famiglia. Si sono ritrovati a centinaia gli imprenditori, presenti anche il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, il sottosegretario di Stato alla Giustizia, Cosimo M. Ferri, professori universitari, giornalisti e scrittori, giovani, operai, avvocati, medici, commercialisti, insegnanti.

Oltre alle voci provenienti dai territori italiani dove sono presenti i gruppi di dottrina sociale della Chiesa non è mancato al festival anche il respiro internazionale che ha fatto il punto sulla dottrina sociale in alcuni paesi esteri attraverso monsignor Zeljko Skobel (Università Cattolica della Croazia), monsignor Stanislaw Skobel (Università di Varsavia) e Rosana Angelica Botana (Università di Buenos Aires).

Il tema del festival ha certamente voluto segnare una scelta, cioè “stare con il popolo, stare con tutti” per lasciare alle spalle l’isolamento da élite a favore di un’amicizia sociale in cui ci si riconosce tutti come attori.

Il leitmotiv delle esperienze proposte può riassumersi dicendo che la resilienza, cioè la capacità di tener duro nelle difficoltà, è ciò che ci rende migliori, che le cose si fanno col cuore, con onestà, con lealtà e rispetto per gli altri, e che occorre evitare, come diceva George Bernard Shaw, di diventare un piccolo ammasso di afflizioni e di amarezze che si lamenta perché il mondo non si pone lo scopo di renderlo felice.

Anche le cooperative sono state protagoniste al festival della dottrina sociale con la tavola rotonda “I cooperatori e il cambiamento”: alcuni rappresentanti hanno condiviso le proprie esperienze tra valori, peculiarità, criticità e problemi da risolvere.

Senza dubbio il momento clou è stato l’evento di sabato mattina “Imprenditori per il bene comune in rete”. Monsignor Nunzio Galantino, segretario generale della Cei, ha citato la Caritas in Veritate di Papa Benedetto XVI per aprire il suo intervento su “L’etica (che) fa bene all’impresa”. «L’economia ha bisogno dell’etica per il suo corretto funzionamento; non di un’etica qualsiasi, bensì di un’etica amica della persona» cioè un’etica che «non sopporta un mondo in cui 62 ricchi posseggono quanto tre miliardi e mezzo di poveri». Ma qual è l’etica dunque che fa il bene dell’impresa? A dir il vero «non c’è etica correttamente intesa e organizzata che non abbia come fine principale il bene comune». Si deve dunque convenire che «l’etica che fa bene all’impresa è quella che spinge a fare scelte orientate al bene comune, che è anche il bene dell’impresa. Fare bene impresa – ha concluso Galantino – fa senz’altro il bene dell’impresa stessa, ma fa anche il bene degli uomini che la abitano, che la animano, che attraverso di essa servono un mondo più vero».

Ma è anche vero che l’impresa ha bisogno di condizioni favorevoli per poter agire al meglio: una è rappresentata dal buon funzionamento della giustizia. Sul tema è intervenuto il sostituto procuratore di Prato, Antonio Sangermano. «Occorre riumanizzare il ruolo del pubblico ministero perché spesso descritto come un “mostrum tetragono” che distrugge la vita delle persone e delle imprese; occorre anche moderazione, intesa non come irrefrenabile propensione al compromesso ma come ricerca di un punto d’equilibrio e assenza di pregiudiziali ideologiche, come capacità di camminare nel delicato crinale del rigore dell’applicazione della legge e nella consapevolezza di come questo rigore debba essere strettamente correlato allo scopo che persegue».

Nell’appuntamento finale c’è stato spazio anche per parlare della famiglia e delle politiche che la riguardano, da un fisco più attento fino all’esperienza pratica sperimentata a Castelnuovo del Garda dove, attraverso il “piano integrato delle politiche familiari”, in dodici anni, lavorando su progetti che hanno fatto interagire Comune e territorio, la natalità è raddoppiata.

Ha tirato le somme di questa convention, col suo stile originale, don Adriano Vincenzi, presidente della fondazione Toniolo e coordinatore del Festival. «La gente ha bisogno di proposte serie e di relazioni vere. Se si opera in un certo modo – ha concluso monsignor Vincenzi – si fanno le cose grandi e si resta normali perché di gente che conta e che non fa niente ce n’è fin troppa. Apprezzo l’impegno forte che si distende nella quotidianità. L’esempio è Maria che ha fatto la cosa più grande del mondo: ha saputo mettere insieme grandezza e semplicità. Fare cose grandi restando umili: questo è il mio augurio per tutti».

Augurio raccolto!

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"Insieme" esce col n° 0 l'8 dicembre del 1984. Da allora la redazione è stata la "casa di formazione" per tanti giovani che hanno collaborato con passione ed impegno.



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