Una cattedrale nel…deserto
Un altro progetto di riqualificazione di via Roma. Nuovi arredi, verde, illuminazione, un brand che strizza l’occhio al marketing, il ponte Pennavaria arricchito da giochi e coperture. Tutto bello. Via Roma sarà sicuramente più accogliente.
«Via Roma – spiegano al Comune – si è trasformata e continuerà a farlo con le attività commerciali previste nei prossimi mesi, mescolando sempre più shopping e ristorazione. Cambiano quindi le esigenze: occorre favorire il commercio migliorando verde e arredi, incentivare la fruizione di spazi dehors, aumentare la sicurezza». Via Roma punta, quindi, a recuperare il suo appeal commerciale. Le attività, vecchie e nuove, e i proprietari dei locali commerciali ne trarranno sicuramente vantaggio e, nel complesso, anche la città potrà offrire un più elegante biglietto da visita.
Interventi così non risolvono, però, i gravi problemi di cui soffre il centro storico di Ragusa e, più in generale, i centri storici delle grandi città. A Ragusa la vera scommessa non è ridare lustro alla strada dello shopping ma recuperare l’immenso patrimonio abitativo che continua a marcire. Ci sono le radici “sangiovannare” di Ragusa, il sacrificio dei nostri nonni, la proprietà diffusa di migliaia di famiglie che da anni pagano a vuoto tasse sulla casa, vedono impennare l’Isee, spendono soldi nella manutenzione di immobili sempre più lontani da standard abitativi minimi. Su questo occorrono scelte forti, coraggiose, naturalmente di qualità. Ad oggi nulla di tutto questo si intravede. Il quartiere che gravita attorno alla cattedrale va sempre più spopolandosi. Le famiglie hanno esigenze minime che gli alloggi del centro non riescono a soddisfare. La vivibilità in contesti sempre più abbandonati si abbassa ogni giorno di più. Il mercato immobiliare si mostra piatto con valori degli immobili ormai precipitati a livelli bassissimi, rendendo così più povere migliaia di famiglie.
Se Ibla è riuscita a tornare a essere un quartiere che pulsa di vita non lo si deve certo a un brand o a un intervento di lifting. Lo si deve alla scommessa – in parte vinta – di riuscire a ripopolare il quartiere incoraggiando le famiglie a tornare a vivere a Ibla e aprendo le porte delle case esistenti agli universitarie a ai turisti. Così Ibla ha recuperato, almeno in parte, il suo patrimonio immobiliare, è tornata a essere una realtà abitata e, come conseguenza, ha visto anche un boom commerciale.
C’è la volontà a Ragusa di ridiscutere scelte urbanistiche che hanno indotto ormai più di una generazione ad abbandonare il quartiere San Giovanni? C’è la volontà di recuperare l’immenso patrimonio immobiliare del centro storico? Senza questa volontà si rischia davvero di ritrovarsi una cattedrale… nel deserto.
Condivido in pieno l’analisi del bravo Alessandro Buongiorno!
Condivido in pieno; ma si pensa veramente che invia Roma verranno imprenditori per aprire bar, ristoranti ed altro? Prossimamente su qusti schermi, se continua così a via Roma possiamo fare il funerale