Società

Pubblicato il 27 Novembre 2015 | di Alessandro Bongiorno

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La Ragusa che trova monsignor Cuttitta

Benvenuto tra noi monsignor Carmelo Cuttitta.

Benvenuto in una provincia di periferia, mal collegata con il resto del mondo. Benvenuto in una comunità operosa, concreta, legata ancora a valori antichi ma disorientata da anni di crisi economica che è divenuta anche crisi sociale (sono aumentati gli anziani e i giovani sono stati costretti a lasciare le loro città). Benvenuto in una realtà che è già multietnica ma nella quale i migranti sono ancora troppo spesso vittime di sfruttamento che sconfina anche nella schiavitù. Benvenuto in una Chiesa in cammino.

Non è facile dire che Ragusa trovi monsignor Carmelo Cuttitta nel 2015. La realtà è quella che monsignor Cuttitta imparerà prima a conoscere e, poi, ne siamo certi, ad amare. Ragusa ha qualcosa di difficilmente spiegabile che ammalia. Basti chiedere a quanti si sono trovati a Ragusa pensando di trascorrervi una parentesi della propria vita arrivando senza entusiasmo e non volendo, poi, andare più via. L’elenco comprende prefetti, questori, funzionari dello Stato, magistrati, atleti, insegnanti, ecc. Molti di loro hanno trovato almeno un motivo per diventare ragusani.

La Ragusa di oggi, dal punto di vista economico-sociale, come descrive la ricerca del Censis commissionata proprio dalla nostra Diocesi, è una realtà alla ricerca di una propria identità. Industria, agricoltura, terziario non sono riuscite a fare sistema e la crisi ha spazzato via tante piccole imprese, anche a conduzione familiare, che avevano per anni fornito certezze. Oggi si chiede al turismo di dare, se non certezze, almeno speranze ai giovani. Quel che manca è, però, una regia che sappia mettere in rete le tante risorse di cui il territorio di Ragusa è ricco. A Ragusa c’è un’agricoltura con produzioni di alta qualità, c’è il barocco patrimonio dell’Umanità, c’è il mare, c’è un territorio ancora per molti aspetti integro, c’è una banca che resiste ai colossi della finanza, c’è una diffusa cultura imprenditoriale, c’è il petrolio nel sottosuolo, c’è una straordinaria propensione alla solidarietà di cui le associazioni ecclesiali e l’Avis sono tra i fiori all’occhiello. La politica non sembra più in grado di adempiere al ruolo di collante, di propulsore di tutte queste energie. Sindacati e organizzazioni di categoria (in molti casi con sedi ormai decentrate a Siracusa e Catania) hanno perso il contatto con la loro base e oggi, troppo spesso, sono sigle autoreferenziali. Il ragusano è così sempre più solo e finisce con l’accentuare quel carattere che lo porta a chiudersi in se stesso, a innalzare muri a secco.

I cattolici, in questa realtà, non riescono più a essere lievito, a essere punti di riferimento. I laici e le comunità ecclesiali appaiono fuori dalle dinamiche sociali, incapaci di incidere, di dare sostanza e concretezza ai propri valori, di indicare vie in grado di rendere più belle e accoglienti le nostre città. Sinora, alle realtà operanti in Diocesi è stato chiesto un ruolo di pronto soccorso sociale che vede impegnati tanti cattolici nelle frontiere e nelle periferie del nostro quotidiano. Nulla di più e nulla di diverso. Un ghetto per chi, invece, ha risorse e intelligenze da poter mettere a disposizione della propria terra.

Anche la comunità ecclesiale è alla ricerca di un proprio equilibrio tra una spiritualità che si nutre di tante esperienze di straordinaria ricchezza (l’adorazione perpetua è una pratica assai diffusa, i conventi pulsano di santità) e una prassi nella quale le chiese si svuotano sempre più e nelle quali i parroci fanno persino fatica a trovare i catechisti. Sarà anche compito di monsignor Carmelo Cuttitta capire come valorizzare il patrimonio costituito dal presbiterio e come dare fiducia a un laicato che ha dimostrato di essere maturo anche per ruoli di grande delicatezza e responsabilità. I talenti di questa Chiesa monsignor Carmelo Cuttitta imparerà con il tempo a conoscerli e a farli fruttare.

Benvenuto tra noi.

 

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Autore

Giornalista, redattore della Gazzetta del Sud e condirettore di Insieme. Già presidente del gruppo Fuci di Ragusa, è laureato in Scienze politiche.



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