Pubblicato il 24 Aprile 2020 | di Maria Teresa Gallo
1A Vittoria due passi indietro sulla raccolta differenziata dei rifiuti
Prima si spinge per aumentare i quantitativi di differenziata e rispettare, così, le prescrizioni regionali in termini di percentuale, e poi non si sa dove andare a conferire. Veramente un bel messaggio di coerenza, considerato pure che sono previste premialità per i Comuni virtuosi. È il paradosso che, almeno per quanto riguarda l’umido, vivono diversi Comuni, ma che a Vittoria assume anche i contorni della beffa. Da circa un decennio, infatti, esiste un centro di compostaggio che, chissà perché, dopo il collaudo effettuato nel giugno del 2013, non è mai stato messo nelle condizioni di funzionare. Adesso, però, se ne ritorna a parlare perché, con le ultime disposizioni dei commissari straordinari, il ritiro dell’umido, inizialmente previsto tre volte a settimana, poi ridotte a due, avviene solo il lunedì. La causa, come si legge nel comunicato del Comune, dipende dalla «chiusura dell’impianto di compostaggio Raco di Belpasso e dall’impossibilità di aumentare i conferimenti a Cava dei modicani». L’ufficio Ecologia ha già chiesto alla Regione indicazioni per trovare un rimedio «nel più breve tempo possibile». Volendo essere fiduciosi e mantenere la speranza, i tempi brevi sono però un concetto molto aleatorio, soprattutto quando non si sa cosa rispondere. Al momento l’unico dato certo è che i lavori di adeguamento e allargamento del centro di contrada Pendente «procedono secondo quanto stabilito nel capitolato». Se così sarà, al massimo entro fine anno, si dovrebbe poi poter procedere con la gara per individuare la ditta privata che dovrà gestire il centro di Vittoria. E qui sono già previsti altri intoppi. Stando, infatti, alle indiscrezioni, i tempi per predisporre il bando potrebbero essere senza scadenza perché le Rssoperano con personale ridotto. Questo nonostante il centro di compostaggio di Vittoria permetterebbe di risolvere ogni problema di quantitativo da conferire e anche di ridurre i costi che sono interamente pagati dai contribuenti. I cittadini sono sempre più arrabbiati perché tenersi gli scarti dei cibi a casa per un’intera settimana, non è semplice anche per le potenziali conseguenze dal punto di vista igienico-sanitario. La richiesta che proviene da più parti è di posizionare scarrabili in tutti i quartieri del territorio e nelle campagne, dove depositare i sacchetti dell’umido secondo le necessità. In questo modo si eviterebbe pure di farli smembrare da cani e gatti randagi, come assistiamo invece lasciandoli davanti casa.
A rendere più delicato il momento c’è il passaggio di consegne dalla ditta Tech, che gestisce il servizio in regime di proroga, alla Tekra che si è aggiudicata l’appalto settennale. Cambiare alcune condizioni e adeguarle all’emergenza dipende dal capitolato che, da quello che è stato possibile capire, pare non preveda nulla. Nel frattempo la speranza è che non si fornisca un motivo ai tanti zozzoni seriali che non esitano ad alimentare il proliferare delle discariche abusive anche in centro.
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