Pubblicato il 4 Aprile 2022 | di Emanuele Occhipinti
0Farruggio canta La Pira
Il Teatro Canzone sembra segnare ancora una svolta artistica nella produzione di Rino Farruggio che ci fa dono della sua nuova opera, singolare e preziosa, Giorgio La Pira, “Mi abita il futuro”. Presentato nell’ambito del Convegno di Firenze “Mediterraneo di Pace” tenuto nella città toscana dal 24 al 27 febbraio, il cd era particolarmente atteso dalle tante Fondazioni La Pira, non solo fiorentine, e ancor più dalle maestranze di Pozzallo ove il Venerabile, speriamo presto Beato, Giorgio La Pira è nato. Undici brani, ognuno dei quali può a ragione essere considerato una vera mini pièce teatrale. Il tour che avrà la sua prima a Pozzallo e toccherà i centri siciliani e poi Roma, Firenze e Trento, avrà inizio a fine maggio.
La narrazione e la cronaca storica sono qui rivissute nei testi puntuali e descrittivi, mai retorici, dilatati piuttosto da uno sguardo visionario e poetico: è “il linguaggio che più d’altri può permetterci di comprendere la dimensione e la profondità di quanto percepito e comunicato dal mistico nel suo contatto con l’assoluto” (cfr. la presentazione di Maurizio Gentilini, “Un mistico venuto dal futuro”). L’assenza di suoni digitali campionati e il tutto rigorosamente eseguito da musicisti e strumenti veri, danno all’impianto orchestrale la forma di rievocazione degli ambienti vitali di cui si fa memoria.
“Mi abita il futuro”, dove l’abitare è inclusivo dell’oggi su cui il futuro getta la sua luce profetica, conta sulla straordinaria collaborazione, frutto di vicendevole stima artistica, tra l’autore e l’arrangiatore, il maestro Pericle Odierna, Premio Internazionale Globo d’oro 2020 per la migliore colonna sonora: insieme, con tocco discreto e misura stilistica, hanno saputo non sovrapporsi alla narrazione ma lasciare in piena luce la stupenda figura di un uomo sì figlio di questa nostra terra ma da queste radici spinto all’universale. La voce di Rino, suggestiva ed eclettica come sempre, assume qui nuova espressività che sfiora il recitativo, il declamatorio, persino l’ironico e infine il canto spirituale.
Non poteva un musicista cantautore del ragusano, della costa mediterranea della nostra isola, non impegnare e dedicare il suo canto a Giorgio La Pira, colui che “nel suo essere pellegrino di pace portò con sé le fragranze, le luci, gli odori” (Maurizio Gentilini, ndr), le fatiche, le attese, la fede della nostra gente. Grazie don Rino.