Politica

Pubblicato il 27 Giugno 2023 | di Alessandro Bongiorno

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I sindaci ultimo baluardo della politica?

In quello spazio vuoto lasciato dai partiti e dalle organizzazioni sociali, emergono le figure dei sindaci. Non è più tempo di intermediazioni. La figura di riferimento dei cittadini per quanto riguarda quel poco di politica che vive ancora è il sindaco. È emerso chiaramente anche nelle elezioni amministrative che hanno riguardato alcuni comuni della nostra provincia e che si sono concluse con un ampio consenso a favore di figure che hanno dimostrato di saper interpretare le esigenze e i bisogni della popolazione. Il rapporto, benché mediato dallo schermo di uno smartphone, è ormai diretto anche perché i partiti hanno rinunciato al ruolo di pensare e progettare la città e persino di selezionare la classe dirigente.

Non è così un caso che Giuseppe Cassì a Ragusa o Maria Rita Schembari a Comiso, che nel giudizio degli elettori hanno ben amministrato le proprie comunità, abbiano ottenuto un consenso molto ampio e un ulteriore mandato. Con qualche differenza. A Ragusa, Cassì ha costruito il suo successo sulle macerie dei partiti stritolati dalla sua e dalle altre liste civiche che lo sostenevano; a Comiso il confronto è stato più politico tra una candidata ben riconoscibile come volto della destra e un candidato sostenuto dai partiti della coalizione opposta. Il risultato è stato però lo stesso: la polarizzazione del voto attorno alla figura del sindaco. Lo stesso, seppur con una ulteriore sfumatura, è accaduto anche ad Acate dove un giovane, Gianfranco Fidone, ha sbaragliato i suoi tre predecessori impersonando il desiderio di cambiamento diffuso tra i cittadini.

Questi risultati premiamo sicuramente i sindaci eletti ma dall’altro lato offrono una sponda alla tentazione, che può sempre esserci, di una eccessiva personalizzazione della politica. Spetterà ai partiti, alle liste civiche, ai movimenti, alle associazioni culturali, alle organizzazioni sindacali e produttive creare spazi di partecipazione in modo da mettere a disposizione di chi amministra l’opportunità di un confronto con la città e i cittadini. I partiti, in questo, hanno sicuramente una responsabilità in più. Sono chiamati a recuperare il rapporto con i cittadini, a creare occasioni di confronto e di partecipazione, a pensare la città, a formare e selezionare la classe dirigente. Ne hanno bisogno anche i sindaci che, una volta vinta la competizione elettorale, sono chiamati ad amministrare i loro comuni e a governare processi che spesso vanno oltre gli spazi e le competenze di un municipio. L’altra responsabilità spetta a ogni cittadino: sia chi ha espresso il suo voto al sindaco eletto che chi ha compiuto nell’urna scelte diverse. Rispettare le leggi e i beni comuni, adempiere ai propri doveri, contribuire a rendere la città più bella spetta a ciascuno di noi ed è il modo migliore per non lasciare solo un sindaco.

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Autore

Giornalista, redattore della Gazzetta del Sud e condirettore di Insieme. Già presidente del gruppo Fuci di Ragusa, è laureato in Scienze politiche.



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