Pubblicato il 4 Maggio 2014 | di Luciano Nicastro
1Andrea Cascone: bontà e Uomo di grande personalità
Girava per le strade del Quartiere di S. Maria delle Scale in Ragusa negli anni Cinquanta,in tempo di dopoguerra quando c’era fame nera, tutto era scarso, magro e precario. Padre Andrea Cascone era un giovane e atletico prete di strada, nominato da poco cappellano e assistente per i giovani. Nel 1953, alla morte del Parroco Di Quattro,fu promosso Parroco ad appena 28 anni. Da quel momento consacrò la sua giovane vita alla Parrocchia e ne divenne Pastore coraggioso, competente e saggio,un Parroco buono e santo,un Sacerdote in perenne missione che cresceva nel cuore e nella stima della gente. I giovani lo seguivano e lo aiutavano anche nelle feste sacre. Rinacque la Chiesa e la comunità dei cristiani perché avevano trovato in Lui una guida generosa e leale. Era diventato amico di tutti, sincero e servizievole. Scommetteva sulla sua parola e sulla sua coerenza. L’unica garanzia era quindi l’autenticità della sua matura e solida fede cristiana che confermava tutto quel che testimoniava.
Egli serviva a tempo pieno i poveri del quartiere e della città, sia quelli che erano privi del necessario vitale che quelli che mancavano di una fede e di una coerente prassi cristiana. Egli incarnava la bontà e la misericordia infinita di Cristo e parlava cuore a cuore di ciò che era importante e decisivo in una vera vita umana e cristiana. Egli ispirò il culto della venerazione nei confronti della Beata Vergine Maria, Madre Santissima Assunta in cielo. Nella catechesi il Parroco Andrea Cascone ne proponeva poi la protezione alle madri del quartiere. Rinasceva così la speranza cristiana e la fiducia nella vita.
Negli anni ’50 la TV della parrocchia serviva a riunire nella canonica tutti quelli che a casa non possedevano un televisore per seguire i programmi popolari… Successivamente negli anni ’70 si consolidò in modo programmato la socializzazione ricreativa mediante la TV e dibattiti formativi di cultura generale per tutti. Si svolsero quindi dei cineforum su film molto impegnati. Così i giovani venivano motivati a progettare la loro esistenza e ad accarezzare obiettivi di studio e di lavoro a partire dalla cultura e dalla fede. La fede cristiana non era soltanto un insieme di pratiche religiose ma essenzialmente prassi di liberazione e via di impegno e di servizio.
Il Parroco Andrea Cascone metteva a disposizione dei suoi parrocchiani tutto quello che aveva e quello che riceveva; raccoglieva i giornali e con la vendita della carta stampata aiutava i giovani a pagare le partecipazioni ai corsi regionali e nazionali di formazione nei campi-scuola.
Ha fatto questa vita di Pastore illuminato e generoso ininterrottamente per 50 anni affrontando qualunque sacrificio e superando qualunque ostacolo anche finanziario. La vita cristiana a S. Maria diventava così gradualmente fede matura e coerente, mentre la canonica piena di allegria spensierata diventava alternativamente e un luogo teologico e formativo, fatto di studio, di dialogo serio e di continuo dibattito su temi e problemi di calda attualità esistenziale e morale. Il Concilio Vaticano II fu vissuto nelle sue tematiche fondamentali: La Chiesa nella Lumen Gentium, la dottrina sociale nella Costituzione pastorale “Gaudium et Spes”(la chiesa nel mondo contemporaneo),la riforma della sacra liturgia(rinnovamento e partecipazione della Chiesa popolo di Dio), la Formazione permanente del laicato per la sua autonomia e responsabilità nella Chiesa e nel Mondo:educati a praticare l’altruismo e la solidarietà.
Ora Padre Andrea Cascone è nel CIELO; sotto la guida della Luce di Gesù Cristo è andato a trovare ,nella CASA del Signore Risorto, quelli che lo hanno preceduto nella Chiesa del Cielo e della Terra. Scriveva nel secolo scorso Charles Peguy: “E’ necessario salvarsi insieme….Non si può arrivare a trovare il buon Dio,gli uni senza gli altri;bisogna lavorare un poco di più gli uni per gli altri…” Quanto lavoravano i sacerdoti del passato!? Erano lavoratori instancabili, erano lavoratori a tempo pieno. Raoul Follereau in “Se Cristo domani….”scriveva allora:
“Ho sognato una notte un Uomo che si presentava in cielo al giudizio del Signore e gli diceva: Io ho osservato la tua legge, non ho fatto nulla di disonesto, di cattivo o di empio; Signore le mie mani sono pure. Il Buon Dio gli rispose: E’ vero. Sono pure, ma sono anche VUOTE”.
Se fossimo veramente capaci di sentire nel nostro cuore e nella nostra vita la miseria materiale e spirituale degli altri, allora faticheremmo sino a diventare degli UOMINI VERI e a concorrere con la nostra CARITA’ a salvare il MONDO” .
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