Pubblicato il 28 Febbraio 2023 | di Redazione
0Visita a Cerretanum (Terra Vecchia) alla riscoperta delle radici dei Giarratanesi
Il borgo, ubicato su una rocciosa collina di Monte Lauro a 700 metri di altitudine, di origine vulcanica e con 2.800 abitanti, si chiamava “Cerretanum-Jarratanae” dal latino “cerrus” (querceto) per i numerosi boschi di querce della zona collinare della Sicilia orientale.
Nel calendario storico, l’11 gennaio del 1693 segna la fine del suddetto borgo a causa del terribile terremoto che fece crollare l’intera Val di Noto. I sopravvissuti di Cerretanum si diedero subito da fare e ricostruirono con coraggio straordinario il loro Paese più a sud, in contrada Poi, dove il 26 agosto 1693 nacque ufficialmente la seconda ed attuale Giarratana, definita la Perla degli Iblei.
Ogni anno, in quasi tutte le città della zona iblea, in data 11 gennaio, vengono organizzati incontri di preghiere, processioni ed altro per far memoria dello storico “Terremoto”e tramandarlo alle nuove generazioni.
Il gruppo del Giarratanesi, residenti a Ragusa, in questi ultimi tempi, ha voluto realizzare una visita all’antica Cerretanum,(indicata come “Terra Vecchia”), per conoscere più da vicino la radice storica della loro origine.
Oggi le macerie dell’antico borgo dormono sotto una fitta ed estesa sterpaglia che impedisce sia l’accesso al sito archeologico sia la vista della topografia dell’antico abitato. Nel giorno stabilito, il Gruppo ha raggiunto la terramotata Cerretanum. Si respirava un’aria purissima e ricca di ossigeno. Che panorama! Un Paese esposto a mezzogiorno, pieno di luce solare, accerchiato da verdi boschi e solcato a sinistra dal fiume Irminio e a destra dal torrente Meli con tre mulini ad acqua e parecchie nivere.
La prima tappa dell’escursione è stata il Castello del Principe. Entrati dalla parte alta del sito, il primo monumento è il Castello. Si accede attraverso un arco, costruito sul muro di cinta in pietra lavica nera e si apre alla vista l’immensa vallata verde dell’Irminio che sorge dal Monte Lauro, scende verso Giarratana, scorre nella valle di Ibla, passa da Scicli e si versa nel Mediterraneo con una notevole portata di acqua. Sulla spianata del Castello, sono visibili una base quadrata di calcareo bianco e una scala in pietra bianca che va verso il basso, ma è inaccessibile.
Ai piedi del Castello, si nota la costruzione di una Chiesa, dedicata a Sant’Antonio, protettore dei contadini e degli animali. Col terremoto, non rimase pietra su pietra e l’erba cresciuta nasconde ogni traccia. Attraverso una trazzera regia, si scende verso l’abitato dove a metà collina, si incontra la Chiesa Parrocchiale, dedicata a Maria Annunziata. Si tratta di una costruzione rettangolare e sulla trave della porta centrale vi era un altorilievo raffigurante un Angelo col giglio in mano davanti alla Madonna. Questa scultura oggi manca e chi sa dove si trova. Lo scrivente ha fatto delle ricerche e forse la troverà nascosta nella casa di qualche privato.
Nella vallata, si trova una costruzione rettangolare con le mura di pietre nere laviche di qualche metro di altezza perimetrale. Si tratta della Chiesa dedicata all’apostolo San Bartolomeo, patrono di Cerretanum. Nel tempo preterremoto, la Chiesa era affollata da tanta gente, oggi è piena di tane di conigli, avvoltoi e di rovi spinosi e pungenti. Che delirio! Il resto del Paese non é visibile a causa della trascuranza umana e del disinteresse.
Il Gruppo, dopo aver osservato lo stato attuale del sito storico, ha elevato a Dio una devota preghiera cui sono seguite alcune riflessioni culturali ben elaborate dalle quali si è preso atto come la nuova Giarratana fu costruita ad immagine di Cerretanum.
Nelle Chiese dell’attuale Città sono conservati e visibili statue, oggetti sacri e paramenti provenienti da Terra Vecchia. Negli anni passati, un parroco aveva dato vita ad un museo parrocchiale di un certo valore storico, presso la Chiesa Madre, il tutto sotto la supervisione della Soprintendenza di Ragusa. Oggi quel museo è scomparso del tutto.
Grande soddisfazione e tanti propositi per il futuro di Cerretanum e di Giarratana.
Sac. Giovanni Cavalieri