Attualità

Pubblicato il 30 Maggio 2023 | di Maria Teresa Gallo

Lavorare per dare una speranza alla città

Va bene lo scontro e la caciara, ma solo entro certi limiti o fin quando fa comodo. Sembrerebbe questa la logica utilizzata quando, nelle scorse settimane, in consiglio comunale si è trattato di votare sul bilancio. Il sindaco Aiello non ha più la maggioranza e le opposizioni avevano i numeri per bloccarlo o modificarlo a piacimento. Invece al momento del voto hanno abbandonato l’aula perché, come prova a spiegare il gruppo di Fratelli d’Italia, «la mancata approvazione avrebbe comportato il commissariamento del consiglio o peggio ancora lo scioglimento». Insomma si è preferito agire così per evitare che il sindaco amministrasse senza più opposizione. Di fronte a simili strategie, che in politica sono però prassi consolidate, è facile poi per chi in consiglio non ha la forza dei numeri per potere incidere oppure non è rappresentato, gridare allo scandalo o meglio all’inciucio. Il “Comitato politico per una Vittoria democratica”, che in consiglio è rappresentato da un solo esponente, addirittura si spinge ad ipotizzare un «nuovo accordo tra Aiello e la destra». Ovviamente ognuno è libero di pensare ciò che vuole, ma l’idea appare almeno bizzarra. La verità è che si fa opposizione fin quando i rischi e le conseguenze sono calcolati, diversamente ognuno recita a soggetto, facendo anche l’impensabile almeno agli occhi di chi, come i cittadini, non sono avvezzi alla politica e al suo modus operandi. Si spera, però, che dopo quanto è successo, si cambi metodo e si cominci a lavorare per dare una speranza di rinascita a questo territorio. Si è fatto tanto o niente in questi due anni, poco importa ormai perché ormai riguarda il passato, seppur prossimo. La città ha bisogno di crescere sotto molti punta di vista. C’è una crescente emergenza per quanto riguarda la microcriminalità e il bullismo e che richiede sforzi congiunti. C’è la questione sanità che richiede ancora più unità perché non debba più succedere che una persona sia morta perché la prima ambulanza che è intervenuta era dotata solo di autista e soccorritore, mentre la seconda, arrivata dopo aver compreso la gravità della situazione e quindi con il medico a bordo, non ha potuto far altro che constatarne il decesso. Ovviamente l’elenco delle priorità è più lungo, ma serve a dare il senso di quali siano i veri problemi su cui veramente compattarsi. E se per migliorare l’esistente bisogna anche litigare che ben venga, perché la diversità di opinioni è un valore, ma per favore senza furbate.

 

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Autore

Maria Teresa Gallo

Docente di italiano e storia e giornalista pubblicista, amante dello sport.



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