Pubblicato il 21 Settembre 2023 | di Alessandro Bongiorno
0In memoria di monsignor Corallo
Primo cancelliere, economo, teologo, assistente Fuci e figura di spicco della nascente Diocesi di Ragusa
La Diocesi di Ragusa e la famiglia ricordano domani (venerdì 22 settembre), a 40 anni dalla sua scomparsa monsignor Giovanni Corallo. Una santa messa sarà celebrata alle 19 nella cattedrale di San Giovanni Battista. A presiederla l’attuale cancelliere della Curia vescovile don Paolo La Terra. La ricorrenza del 40esimo anniversario della morte di monsignor Corallo è l’occasione per recuperare alla memoria una delle figure che hanno contribuito alla nascita e al consolidamento della Diocesi iblea. E non soltanto per i ruoli di grande responsabilità (cancelliere della Curia vescovile, economo, docente di teologia morale al Seminario, promotore di giustizia e difensore del vicolo nel Tribunale ecclesiastico, direttore responsabile del Bollettino ecclesiastico, fondatore e preside dello Studio teologico per laici, responsabile dei comitati civici, assistente della Fuci, consulente del Cif, consigliere della Coldiretti, delegato vescovile per l’Azione cattolica, cassiere della cassa diocesana, organizzatore del primo congresso eucaristico) cui fu chiamato dai vescovi monsignor Francesco Pennisi e monsignor Angelo Rizzo ma perché pose le fondamenta e aprì strade che hanno segnato il cammino della nostra Chiesa.
Gli anni in cui visse (1921-1983) sono infatti anni di profondi cambiamenti a livello sociale, culturale, politico, economico e, ovviamente, ecclesiale. Monsignor Corallo seppe viverli e interpretarli con grande modernità assecondando e affiancando monsignor Pennisi soprattutto nell’attuazione del Concilio Vaticano II. «Monsignor Corallo – ricorda don Mario Cascone che fu suo allievo di teologia morale – capì l’esigenza di dover ammodernare la Chiesa e accompagnò monsignor Pennisi in questo delicato passaggio. Lo ricordo – aggiunge – come persona molto colta e al passo con i tempi. Spesso invitava i seminaristi a casa sua, dove nella sua immensa biblioteca trovava sempre una lettura da consigliere, o li accompagnava in gite alla scoperta del nostro territorio».
Di «figura storica della nostra Diocesi» parla don Franco Boncoraglio. «Lo ricordo – rivela – per la sua grande personalità. Insegnante serissimo ma persona al tempo stesso amabile e simpatica. Se il rettore e vicario generale monsignor Tomasi appariva più austero e severo, monsignor Corallo rappresentava la parte “materna” della Chiesa. Aveva un bel contatto umano con tutti. Era infatti amico dei seminaristi, godeva di larghissima stima nel clero e manteneva un ottimo rapporto con i laici. E con i sacerdoti sapeva sempre trovare parole di conforto e sostegno».
Monsignor Corallo, come ricorda anche il dottor Carmelo La Terra, «fu inviato qui dalla Divina Provvidenza». A lui monsignor Pennisi affidò una delle sue intuizioni più importanti: la Fuci, Erano i primi anni Cinquanta e monsignor Pennisi voleva, in un contesto di forte contrapposizione ideologica, politica e culturale, coltivare «i migliori cervelli» in modo da evitare derive e bilanciare in ambito cattolico la presenza del circolo socialista “Turati”. In questo progetto il vescovo Pennisi («ne fece un motivo del suo episcopato») trovò in monsignor Canzonieri e monsignor Corallo due fidati collaboratori. «Fu lanciato un invito agli universitari per partecipare la domenica alla messa alla chiesa della Badia, seguì un incontro e poi il pranzo. Ci ritrovammo circa in 80 e di questi almeno 70 proseguimmo poi il cammino nella Fuci che allora aveva sede nella chiesa di Sant’Anna, all’angolo tra via Sant’Anna e via Roma e poi in via San Giovanni. Ogni mese c’era un ritiro con il vescovo e alle conferenze del giovedì, tenute da monsignor Pennisi, partecipavano anche ragazzi del “Turati”. Ci fu una ventata di novità con incontri aperti sia a ragazzi che a ragazze. Ma monsignor Corallo seppe anche tenere i rapporti con i comitati civici e la Democrazia Cristiana e organizzare il congresso eucaristico».