Pubblicato il 29 Settembre 2023 | di Vito Piruzza
0Sulle tracce di Gesù il Nazareno
Sono trascorsi duemila anni da quando Gesù il Nazareno calcava le strade della Galilea, ma le sue “orme” sono rimaste ben visibili, tramandate nei secoli ad onta del tempo e delle dominazioni che avrebbero voluto cancellarle.
Ho avuto la fortuna e il piacere di partecipare al pellegrinaggio organizzato dalla nostra Diocesi in Terra Santa per ritrovare fisicamente i luoghi e le vicende che sono presenti da sempre nella nostra vita e che costituiscono la trama in cui è intessuta la nostra fede.
Ovviamente si può discutere sulle prove di autenticità dei luoghi e delle cose, e premettendo che vale sempre il principio che non sono le pietre che danno la fede, la costanza degli echi che dai primi anni tramanda la devozione dei primi seguaci del Nazareno costituisce una testimonianza più che affidabile del valore storico dei luoghi.
Incasellare fisicamente la narrazione del Nuovo Testamento nel contesto in cui si è svolta la vicenda di cui da sempre si sente parlare è stata indubbiamente un’emozione coinvolgente, da Nazareth a Cana, a Cafarnao, al lago di Tiberiade, al luogo del Discorso della Montagna, al Monte Tabor, al Giordano a Betlemme abbiamo dato concretezza a dei luoghi solo immaginati.
Gerusalemme poi con tutte le suggestioni della Settimana Santa rivissute negli stessi luoghi, dall’entrata trionfale delle palme, fino alla sofferenza del Getsemani, la via crucis lungo le strade della città vecchia e la Basilica del Santo Sepolcro hanno suggellato un’esperienza unica che rimarrà certamente nella vita di ciascuno dei partecipanti.
Ecco appunto, i partecipanti!
La perplessità che avevo inizialmente della grande numerosità (oltre 90) e delle problematiche logistiche che avrebbe creato è stata diradata fin da subito dalla incredibile autodisciplina di ciascuno e per prodigio la numerosità si è trasformata in ricchezza umana di relazioni.
Ovviamente la presenza del Vescovo e di 5 sacerdoti ha costituito un supplemento di stimolo in occasione delle varie liturgie in cui la suggestione del luogo e della corrispondente celebrazione è stata arricchita dalle riflessioni del Vescovo e dei presbiteri, per non parlare della fresca, gioiosa e simpaticissima atmosfera creata dai nostri eccellenti seminaristi che hanno profuso con generosità la loro coinvolgente goliardia, contribuendo a un clima di grande serenità e gioioso.
Ma come sempre l’esperienza “religiosa” e l’esperienza “umana” si è intrecciata con altro e non credo potesse essere altrimenti in una terra che oltre ad essere un crogiolo di fedi vede coabitare negli stessi luoghi popoli che da 75 anni se la contendono.
In quei luoghi si respira dappertutto un senso di radicalità che lascia perplessi quando non sbigottiti.
Le brave guide Samir, ma soprattutto padre Oscar, ci hanno condotto per mano oltre che nei Luoghi Santi anche dentro le tradizioni, le contraddizioni, gli usi, le culture, gli stili di vita e le tensioni che si intersecano in quelle terre con le varie fedi professate e con le diverse sfumature delle stesse religioni.
Dalla visita a Mea Sharim il quartiere ultraortodosso di Gerusalemme con la sua uniformità di abbigliamenti e di stili di vita, alla rigida ripartizione certificata dallo “status quo” di spazi e tempi nelle basiliche cristiane tra Cattolici, Ortodossi, Armeni, Copti etc., al divieto di qualsiasi simbolo religioso nella Spianata delle Moschee, tutto ci ha condotti in una dimensione che per le nostre società secolarizzate ha un sapore di tempi trascorsi e superati.
Radicalità che crea tensione e che non riguarda solo la religione; l’esperienza dei check point, del lungo muro separatore che ingabbia i territori palestinesi, degli insediamenti dei coloni, la notizia dell’ennesimo attentato terroristico a Tel Aviv ci hanno dato anche il senso di una terra che in nome di un unico Dio vive la contraddizione perenne del conflitto e della violenza.
Ed ecco l’esperienza emotivamente forte sbocca in un sogno: quello di poter tornare in quei luoghi già benedetti dalla storia quando saranno benedetti anche dalla pacifica convivenza.
Un sogno appunto!