Aiutare i ragazzi a crescere con la Fse. L’esperienza di Maicol Recchia
Carissimi amici e lettori, l’ultima volta che mi sono ritrovato a scrivere per voi è stato il mese di settembre 2019, mese in cui ho iniziato il mio percorso di formazione culturale e spirituale a Palermo, come seminarista di primo anno. È trascorso solo poco tempo da allora ma mi sento di condividere con voi l’esperienza dello scautismo che il Rettore mi ha chiesto di intraprendere per questo anno formativo. Da novembre sono entrato a far parte della grande famiglia degli scout d’Europa (Fse), realtà presente in maniera viva e attiva nella mia parrocchia (provengo dalla comunità parrocchiale della cattedrale San Giovanni Battista).
Il Gruppo Ragusa 3 si riunisce tutti i sabati nei locali che la parrocchia mette a disposizione per le attività dei ragazzi. In modo particolare sono stato affidato al Riparto Esploratori con cui siamo entrati in amicizia e simpatia. Sto avendo modo di conoscere tutti i ragazzi delle tre squadriglie che compongono il Riparto e della Staff, di cui faccio parte: ragazzi solari, energici e con una matta voglia di vivere e di crescere! Lo scorso dicembre (27-28-29) ho preso parte al campo invernale che ogni anno vede i ragazzi impegnati, durante le vacanze natalizie, in una uscita di branco all’aperto, completamente immersi a contatto con il Creato. Devo essere sincero: è stata una esperienza del tutto nuova per me ma che mi ha dato tanto, a partire dal calore, dall’entusiasmo e dai sorrisi dei ragazzi in cui ho potuto scorgere la gioia di essere cristiani allo stile di B.P. (iniziali di Baden Powell fondatore, nel 1907, del movimento mondiale dello scautismo).
La cosa che più mi colpisce è che la formazione di questi ragazzi mira, essenzialmente, all’educazione di quelli che saranno i cittadini del domani, il tutto accompagnato dalle dolci note dell’insegnamento che Gesù ci ha lasciato. Buoni cittadini e fedeli cattolici dunque!
Il campo invernale che abbiamo vissuto mi ha fatto riscoprire anche la bellezza di stare a contatto diretto con la natura, con la vita animale e vegetale e vedere che i ragazzi, se motivati, trovano questo ambiente non ostile ma favorevole alla loro crescita, alla loro maturazione. Molte volte, ormai, i giovani sono chiusi nelle loro stanze con in mano il cellullare o qualsiasi strumento tecnologico che lo isola dal contesto e a volte fa perdere loro l’aderenza al reale. Ebbene, queste sono esperienze che ci insegnano, nessuno escluso, che si può far un uso moderato delle tecnologie pur fruendo di tutto ciò che di bello e sano il buon Dio ci ha donato.
È bello ritrovarsi il sabato pomeriggio, dopo una settimana di impegni di seminario e di facoltà, poter tornare in diocesi e stare con i ragazzi e non perdere così la dimensione della parrocchia. Dimensione, questa, che ci trova riuniti la domenica alla messa dei giovani delle 10.30, occasione per condividere non solo il cammino e la formazione scout ma anche l’unica Parola e l’unico Pane spezzato che ci dà forza e energia per andare avanti, per poter dire realmente “vivo la mia vita rispettandomi e amando chi mi sta accanto!”.
Concludo chiedendo a tutti voi il sostegno della preghiera che sono sicuro è già presente, non solo per me ma anche per i miei compagni di cammino. Assicuro anche la mia preghiera per voi, amici cari, perché possiamo essere sostenuti da quel Dio che si è fatto inchiodare al legno della croce in maniera libera e volontaria perché ci ama alla follia e seppur nel momento più doloroso ha steso le braccia perché potessimo essere riscaldati e protetti da quel meraviglioso abbraccio.
Buon cammino quaresimale e buona vita a tutti!
Maicol Recchia