Pubblicato il 5 Giugno 2020 | di Redazione
0Rivedere e reinventare gli spazi Scuole e città più a misura di bambino
Nonostante tutto, questo è il periodo migliore per condividere con le famiglie, e far comprendere alle istituzioni scolastiche e governative il sogno educativo di vedere correre e giocare i bambini all’aria aperta tutto l’anno, apprendendo dalla specificità di ogni stagione. Lo sostiene la rete “Educazione all’aperto Sicilia”, un pool di associazioni cui aderisce anche “Le piccole querce” di Ragusa.
Per migliaia di anni gli esseri umani sono cresciuti a contatto con la natura, nella natura e con la natura e solo dopo la prima rivoluzione industriale uomini e donne si sono progressivamente chiusi fisicamente e spiritualmente dentro confini reali e immaginari, dimenticando troppo spesso il fatto che senza la natura, gli alberi, gli animali, i fiori, le piante, i boschi e le foreste e senza un equilibrio con questi elementi, non c’è vita, non c’è futuro. Siamo Terra, composti da acqua, respiriamo aria, abbiamo fuoco sacro. Chi non dimentica le proprie origini è il bambino. I bambini hanno un innato, ancestrale bisogno di contatto con gli altri esseri viventi e con tutti gli elementi della natura. È il sole, oltre al cibo che mangiamo (che proviene dalla terra, ricordiamocelo) che ci da l’energia per crescere.
I bambini non hanno bisogno di giocattoli in plastica, dispositivi elettronici, stanze in cemento dove poter giocare, non hanno bisogno di giudizi, voti, controllo. Hanno solo bisogno di essere “accompagnati” in un’altra aula dove l’apprendimento avviene da sé. Semplicità, libertà, gioco spontaneo con gli elementi naturali, potersi sdraiare su un prato, provare amore, gioia e contatto, sentire la propria essenza all’interno di un tutto in cui considerare l’altro e il mondo come parte di sé. Durante questa quarantena gli adulti possono uscire per 2-3 necessità certificate: fare la spesa, comprare il giornale, attrezzi per la casa, portare a spasso il cane, andare a lavoro o fare volontariato, fare la corsetta o una semplice passeggiata sotto casa. I bambini no! I bambini non hanno potuto fare niente di tutto ciò, reclusi a casa senza appello e senza certificazioni. È questa una società a misura di bambino? Il sentimento più diffuso in questo momento è la paura. Paura del contagio, del vicino, del virus, della morte. Noi sappiamo invece quanto un’educazione in natura, l’educazione al selvatico possa diffondere sentimenti di fiducia, altruismo, passione, cooperazione, ricchezza interiore e pace. Esistono tante realtà siciliane e tantissime realtà in Italia, che lavorano in questa direzione che da tempo, da prima dell’emergenza, si occupano di educazione in natura e ci auguriamo che tante ne nascano all’indomani della ripresa. È necessario che vengano rivisti e reinventati gli spazi d’apprendimento, nelle scuole e nelle città, è necessario trovare nuovi modi e spazi per fare educazione, nuove aule, nuovi laboratori, che portino la scuola anche fuori dalla scuola, lì dove c’è un mondo da apprendere. Esistono già i progetti educativi all’aperto, che vengano valorizzati ed entrino a pieno titolo nel modo di fare scuola della nostra scuola italiana.
Valentina Firrincieli