Pubblicato il 10 Maggio 2021 | di Redazione
0Dalle abitazioni per i senza dimora al restauro del santuario di Gulfi
Non solo attività di culto e pastorali. L’utilizzo dei fondi dell’otto per mille alla Chiesa Cattolica si è rivelato, anche nella nostra Diocesi, un moltiplicatore per attività che altrimenti non sarebbe stato possibile portare a termine. Le attività caritative sono quelle che traggono linfa, oltre che dalla solidarietà quotidiana, dalle risorse che i contribuenti affidano alla Chiesa Cattolica. Ma anche il restauro e la fruizione dell’immenso patrimonio storico, artistico, culturale e monumentale sono resi possibile dal fondo tratto dalle dichiarazione dei redditi.
La Caritas diocesana, ad esempio, ha impiegato una parte di queste risorse per ristrutturare e arredare due abitazioni, messe a disposizione dalla Chiesa di San Michele in pieno centro storico, per dare una risposta, seppure parziale, all’emergenza abitativa. Il problema dei senza dimora si è ingigantito durante il periodo della pandemia. La Chiesa ragusana ha deciso, per quanto nelle sue possibilità, di farsene carico cercando di offrire un alloggio a chi, per i motivi più svariati, era costretto a vivere per strada. Le due nuove abitazioni sono in grado di offrire dai sei agli undici posti letto. Una è utilizzata per tutte quelle situazioni che prevedono periodi di accoglienza medio lunghi, l’altra per accoglienze brevi. Una goccia nel mare del bisogno, una risposta a un’emergenza che ora può trovare ascolto.
Le risorse dell’Otto per Mille alla Chiesa cattolica hanno trovato impiego anche negli interventi di riqualificazione del santuario di Maria Santissima di Gulfi, un luogo sacro caro a tutti i fedeli ragusani. Anche in questo caso hanno avuto un effetto moltiplicatore perché, gli stanziamenti disposti dalla Diocesi hanno attivato la generosità di Giovanni Damigella e Santo Cutrone, due imprenditori da sempre impegnati nel sociale. Così ora il santuario di Gulfi risplende di nuova luce. Lo si deve agli interventi di ripavimentazione che hanno restituito bellezza e armonia al luogo sacro. Durante i lavori sono venute alla luce anche tracce dell’antica fondazione della chiesa. Recuperato anche l’antico fonte battesimale, ora nuovamente utilizzabile, e realizzato un impianto di riscaldamento che irradia il calore attraverso il pavimento.
Due realizzazioni che non sono certo esaustive ma che danno l’idea di come queste risorse possano alimentare solidarietà e accoglienza e tutelare un patrimonio che, in caso contrario, rischierebbe di essere vittima del tempo.