Società

Pubblicato il 31 Maggio 2023 | di Redazione

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Un aiuto concreto e una preghiera a una mamma che ha detto no all’aborto

I recenti casi successi a Milano di un neonato lasciato presso “le culle della vita” e della neonata abbandonata morta in un cassonetto della Caritas hanno riaperto un fiume di dibattiti sul sostegno di gravidanze difficili e indesiderate. La scelta di non riconoscere il proprio figlio dopo il parto, compiuta in Italia da circa 300 donne ogni anno, è un esempio concreto di quella “cultura dello scarto” che lascia nella solitudine la donna che ha scelto coraggiosamente di portare avanti una gravidanza ma che alla fine è costretta con un atto di “drammatico altruismo” a lasciare il proprio figlio presso le cosiddette “culle della vita” (odierne rivisitazione delle antiche “ruote” esistenti presso i conventi). Al contempo, buttare una vita dentro un cassonetto di abiti usati è il risultato finale di quanto poco valore abbia ormai la vita nascente.

Lo scorso  mese di febbraio, in occasione della 45esima Giornata per la vita , l’Associazione Unitalsi  a seguito di un incontro con il Centro di Aiuto alla Vita (Cav) di Ragusa, ha voluto aderire al Progetto Gemma in essere presso la Fondazione Vita Nova, cui i Cav di tutta Italia collaborano, con lo scopo di offrire alla donna un sostegno economico e morale  per un periodo di 18 mesi in modo da consentire di portare a termine la gravidanza che si presenta  particolarmente contrastata e difficile e di seguire la vita del neonato fino al compimento del suo primo anno di vita. Durante il periodo di adozione l’Associazione riceverà le notizie più importanti riguardanti la gestazione e la data di nascita del bambino/a e qualora la madre lo acconsente la foto del bambino/a garantendo la massima riservatezza e l’anonimato della madre del figlio/a adottato e dell’adottante.

La fondazione Vita Nova, infatti, costituita nel 1983, è un ente che ha come scopo di promuovere la promozione e il sostegno della vita umana fin dal suo concepimento mediante attività assistenziali, educative e culturali e che affiancata dai Cav da alcuni anni è un valido supporto per quelle donne che hanno chiesto aiuto.

Questa scelta operata dall’Associazione Unitalsi è nata anche come il risultato di esperienze forti vissute negli anni durante i pellegrinaggi a Lourdes. È li che donne provate per aver interrotto volontariamente una gravidanza trovano mediante un percorso specifico di consolazione destinato alla preghiera per i bambini non nati la forza di riconciliarsi. Un aborto, si sa, è sempre un evento di sofferenza e procura un trauma e lo diventa ancora più quando esso è frutto di una scelta sopraggiunta per motivi economici, per perplessità dovute a interrogativi sulla salute del nascituro o perché è messa a rischio la propria vita. Così è capitato che a Lourdes  volontarie unitalsiane siano state chiamate con semplicità ad ascoltare storie nascoste per anni ad essere un valido accompagnamento per le donne che portavano nel loro cuore  il peso di questa vita “spezzata”.

E non sono mancate le occasioni quando questo dolore è stato condiviso da uomini tutti d’accordo nel raccontare che il problema di quella vita in grembo non li riguardava lasciando nella solitudine della decisione ciascuno la propria sposa.

Davanti a queste storie ascoltate e interiorizzate è stato consequenziale che l’Associazione si aprisse ad un tale progetto che partito da qualche giorno vedrà impegnata nell’aiuto economico e morale la nostra Sottosezione di Ragusa. Come segno ci è venuto in soccorso Maria, Vergine dell’Annuncio in quanto è stato comunicato che la gravidanza che si andrà a sostenere viene seguita dal Centro di Aiuto alla Vita di Loreto, una città molto cara ad ogni unitalsiano, meta di numerosi pellegrinaggi raggiunta ogni anno da volontari disabili e ammalati accompagnati dalle proprie famiglie.

Chiediamo dunque nel mese di maggio, dedicato per antica tradizione alla Madonna, che possiamo stare in una preghiera semplice e fruttuosa tale da accompagnare la gravidanza di questa donna così da sentirci spiritualmente “altre “Maria in casa di Elisabetta.

Carmelo Ferraro

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"Insieme" esce col n° 0 l'8 dicembre del 1984. Da allora la redazione è stata la "casa di formazione" per tanti giovani che hanno collaborato con passione ed impegno.



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