Pubblicato il 3 Novembre 2023 | di Redazione
0La vita senza scout dimmi tu che vita è?
Cento anni fa nasceva il gruppo scout Ragusa 1. Un caro augurio a tutti i ragazzi e i capi di oggi e a tutti coloro che sono stati protagonisti di questa lunga storia. Esagero un po’: mille di questi anni!
Si festeggeranno mai centomila candeline per qualche realtà oggi esistente? Chissà. Intanto scommetto su un futuro positivo e non breve dell’intero movimento scout, perché la proposta educativa scout può offrire ai ragazzi di oggi a cui si rivolge (dagli 8 ai 21 anni) di vivere in chiave di maturazione positiva quello che è tipico della loro età.
Le varie fasi della vita sono caratterizzate da bisogni e desideri profondi, ai quali diamo sempre una risposta. Quando siamo aiutati a riconoscerli e ad assumerli come molle per sviluppare la nostra identità con tutte le sue caratteristiche in modo tale da saper vivere con equilibrio, serenità, fermezza la trama delle relazioni familiari, amicali e sociali nella quale siamo inseriti, allora è in atto una risposta che genera crescita e maturazione.
La proposta scout, che è unica ma si sviluppa attraverso un cammino progressivo e continuo in tre fasi di vita diverse, aiuta i singoli a rispondere positivamente ai bisogni e ai desideri tipici della fase che stanno attraversando.
Questo avviene nella relazione con i capi e con gli altri ragazzi, in uno spirito comunitario felice ed essenziale che ti apre sempre all’altro sia perché da piccolo ti senti riconosciuto e accolto nei tuoi primi passi, sia perché crescendo ti senti riconosciuto come capace di donare qualcosa e inizi ad accogliere chi è più piccolo di te. Tale apertura ti fa crescere come persona che si fida intanto di sé, sa gestire i propri bisogni puntando all’essenziale, sa vivere i desideri come molla verso il bene comune, sa quindi immettere tale positività interiore negli ambienti che frequenta.
Insomma, proprio in questi giorni e in questi anni in cui i cuori di tutti invocano pace, serenità, accoglienza, amicizie vere, legami forti, rispetto e nello stesso tempo ci troviamo invischiati in un contesto culturale dove ciò che prevale come se fosse un destino invincibile è l’essere schiacciati tra mille impegni e mille social che ci impediscono di prenderci cura veramente di noi come persone che s’incontrano per costruire pace, serenità, accoglienza, amicizie vere, legami forti, rispetto arriva da lontano, dal 1907, quello che per Baden-Powell (B.-P.), il fondatore dello scoutismo, è «un gioco allegro all’aperto dove uomini-ragazzi e ragazzi possono vivere insieme l’avventura come fratelli più anziani e più giovani, crescendo in salute e felicità, in abilità manuale e in disponibilità a servire il prossimo» (Il libro dei capi, Roma 2006, 147).
Se l’homo impegnatus e semperconnessus (scusate il latino maccheronico) di oggi saprà per sé e i propri figli scegliere anche l’impegno dello scoutismo e connettersi direttamente con gli “smart” che abbiamo dalla nascita (cinque sensi, emozioni, sentimenti, immaginazione, memoria, ragione, volontà, coscienza) con la natura e il servizio agli altri, allora scoprirà, come direbbe ancora B.-P., la vera strada verso il successo, perché sarà diventato homo fraternus abilis in relationibus.
E, per chi stupito si domanda dove in tutto questo sono finiti Dio e la fede degli scout, lasciamo l’ultima parola a Gesù: “Io sono venuto perché abbiano la via e l’abbiano in abbondanza” (Gv 10, 10). Un cattolico che s’impegna ad essere caposcout sa bene che è Gesù il primo a cui riferirsi, da cui partire e a cui arrivare vuole davvero donarsi ai fratelli più piccoli perché sviluppino positivamente la loro vita.
Luca Tuttobene