Pubblicato il 27 Settembre 2024 | di Emanuele Occhipinti
0Custodi di bellezza accendiamo la speranza
Quattromila pellegrini della Sicilia, accompagnati dai loro vescovi, arriveranno ad Assisi e presso i luoghi francescani per portare in dono l’olio degli ulivi siciliani. Dal 2 al 6 ottobre anche la diocesi di Ragusa sarà presente con un nutrito gruppo di partecipanti, organizzati da don Giovanni Piccione, direttore dell’Ufficio diocesano per la Pastorale del Turismo al quale chiediamo di anticiparci l’evento.
Don Giovanni, innanzitutto il significato di questo pellegrinaggio presso la tomba di San Francesco.
«Ogni anno – risponde – una regione d’Italia offre l’olio per la lampada votiva che arde ininterrottamente presso la tomba di San Francesco ad Assisi. Quest’anno sarà la Sicilia, dopo 21 anni, ad offrire l’olio per la lampada votiva e a compiere il pellegrinaggio presso la tomba di San Francesco. Insieme alle altre diocesi siciliane anche Chiesa di Ragusa contribuirà ad un dono prezioso e significativo. Ricorderanno in molti che da maggio ad agosto – con la collaborazione di don Riccardo Bocchieri – una lampada, simbolo di quella che arde ad Assisi, ha girato presso alcune comunità parrocchiali; in quell’occasione si è fatta la raccolta dell’olio di oliva che ora verrà portato ad Assisi e donato per i bisogni delle Case Francescane. Il sapore ed il profumo del territorio ibleo sarà sulle loro tavole».
In cammino verso Assisi “Custodi di bellezza, accendiamo la speranza”; quale spirito anima i pellegrini iblei che si apprestano a partire?
«Stiamo per compiere un pellegrinaggio. Con grande entusiasmo ci accingiamo a percorrere le orme di San Francesco. Abbiamo registrato una grande richiesta di partecipazione ed organizzato tutto al meglio per garantire il buon andamento. Guidati dal nostro vescovo Giuseppe, saremo in 190 tra cui 10 sacerdoti, i seminaristi e molti giovani. Sono i vescovi siciliani a fornirci una chiave di lettura dell’evento: “È l’occasione – hanno scritto – per rivivere insieme nella fede, da pellegrini e forestieri, il mistero del grande pellegrinaggio che è la nostra vita in questo mondo”. L’offerta dell’olio è un gesto simbolico che va oltre il dono materiale: rappresenta certamente la devozione verso il Santo di Assisi e l’adesione ai valori della pace, della fraternità e della solidarietà particolarmente vivi nella spiritualità francescana. E mi piace pensare che l’olio prodotto sulle nostre colline, possa simboleggiare il frutto e la bellezza del lavoro appassionato della gente iblea. Che si mette in cammino verso Assisi nel desiderio di una conversione personale, premessa per ogni passo di solidarietà e di pace; che si mette in cammino per affidarsi a Francesco affinché accenda la speranza di ciascuno e quella del mondo; che si mette in cammino per sentire nel cuore l’eco delle parole di benedizione di San Francesco che rimandano a Gesù Cristo crocifisso e risorto ed a Dio pieno di misericordia verso tutti».
Quali saranno i momenti più significativi del pellegrinaggio.
«La partenza, nel cuore della notte, simboleggia il percorso di riconciliazione che consente a ciascuno ed a tutti comunitariamente di accogliere l’appello di San Francesco alla centralità del Vangelo. Il momento fondamentale, in cui il cammino di conversione interiore, la benedizione francescana e la Parola si fondono con l’Eucaristia, ritengo possa essere la solenne Celebrazione, proprio il 4 ottobre, nella festa di San Francesco, presieduta dai Vescovi di Sicilia. Ed a seguire, quasi come un mandato affidato a ciascuno dei pellegrini, la Benedizione dell’Italia con la Chartula, cioè con la benedizione autografa del 1224, scritta da San Francesco. Ma ogni momento del pellegrinaggio sarà un’opportunità per camminare uniti, prendendoci cura gli uni degli altri e tutti insieme, sull’esempio di Francesco, di quanti sono in difficoltà, per la malattia, la povertà o il disagio esistenziale. Ed io sono certo che, guidati dal nostro vescovo, questo pellegrinaggio sarà un dono reciproco, un cammino di crescita per tutti nella solidarietà, nella fede, nella vita nuova e buona di Gesù risorto».